Invasione luso-brasiliana

Invasione luso-brasiliana
Truppe portoghesi inviate in Brasile nel 1825
Data1816 - 1820
LuogoBanda Oriental, Mesopotamia argentina, Misiones Orientales.
Casus belliEspansione imperiale del Regno Unito di Portogallo, Brasile e Algarve, favorita dal Direttorio delle Province Unite del Río de la Plata, in contrasto con la politica federalista di José Gervasio Artigas.
EsitoVittoria del Regno Unito di Portogallo, Brasile e Algarve.
Schieramenti
Comandanti
Effettivi
6000 - 10000 uomini10000 – 12000 uomini
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L'invasione luso-brasiliana, anche conosciuta come invasione portoghese del 1816, guerra contro Artigas (in Brasile) o seconda invasione portoghese del 1816,[1] fu l'insieme delle operazioni militari succedutesi tra il 1816 e il 1820 in seguito all'invasione da parte dell'esercito allestito dal Regno Unito di Portogallo, Brasile e Algarve del territorio della Provincia Orientale del Río de la Plata, che sarebbe divenuta in futuro la Repubblica Orientale dell'Uruguay, e di una parte della regione argentina compresa tra i fiumi Uruguay e Paraná (la cosiddetta "Mesopotamia argentina"); il conflitto fu esteso al sud del Brasile, e precisamente al Rio Grande do Sul, dal contrattacco organizzato dalle milizie orientali, che si opponevano all'invasione. La guerra ebbe come risultato l'annessione della Banda Oriental, il territorio a est del fiume Uruguay, al Regno del Brasile con il nome di Provincia Cisplatina.

I contendenti furono da un lato le milizie della Banda Oriental allestite dagli esponenti locali che si riconoscevano nella linea politica del caudillo José Gervasio Artigas, coadiuvate da alcuni capi politici e militari di altre province che componevano la Liga Federal e che scelsero di seguirlo, come Andrés Guazurary; dall'altro lato combatterono le truppe regolari luso-brasiliane, comandate da Carlos Frederico Lecor.

Sul fronte marittimo, il conflitto si allargò oltre il Río de la Plata e il litorale argentino per estendersi in maniera globale, dal momento che i corsari fedeli ad Artigas perseguirono le imbarcazioni portoghesi e spagnole in Europa, in Africa e nei Caraibi.

Riguardo all'invasione luso-brasiliana esistono poche fonti di informazione, in confronto a quelle reperibili su altri temi storici regionali. Ciò si deve principalmente al disinteresse nei confronti di questa guerra da parte dei fondatori della storiografia uruguaiana (Juan Zorrilla de San Martín, Francisco Bauzá, etc.), intenti a creare un'apoteosi della figura di Artigas,[2][3] e a quello degli storici contemporanei, per la maggior parte dei quali il periodo di dominazione portoghese e brasiliana dell'Uruguay rappresenta una zona d'ombra tra l'epoca coloniale e il raggiungimento dell'indipendenza.[4]

  1. ^ La denominazione di “seconda invasione portoghese” è dovuta al fatto che alla fine del 1811 si produsse una prima invasione portoghese nel territorio della Banda Oriental, comandata da Diego de Souza, in appoggio al viceré spagnolo Francisco Javier de Elío, nel corso del primo assedio di Montevideo.
  2. ^ (ES) Lincoln R. Maiztegui Casas, Orientales una historia Política del Uruguay 1. De los orígenes a 1865, Planeta, 2005, ISBN 950-49-1330-X.
  3. ^ (ES) Washington Reyes Abadie, Oscar H. Bruschera e Tabaré Melogno, El Ciclo Artiguista. Tomo II, Montevideo, Impresora Cordon, 1975.
  4. ^ (ES) Julio Sánchez Gómez, Y Uruguay... (PDF), Gestión del Repositorio Documental de la Universidad de Salamanca - Departamento de Historia Medieval, Moderna y Contemporánea, 2007, pp. 5-7. URL consultato il 29 aprile 2015.

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